Cos’è? Onestamente me lo sono chiesto anche io. All’inizio pensavo si trattasse di un vecchio “logo”, per usare un termine improprio o più semplicemente uno scherzo. E invece no cari amici, siamo davanti all’ennesimo risultato dipeso dall’assoluta mancanza di professionalità da parte di un assessore che forse non ha capito la differenza fra un lavoro ben fatto che va pagato il giusto e un lavoro di melma fatto dall’incoscienza, pagato con un tablet.
Fermo restando che in un'altra situazione, magari se si fosse trattato di una piccola realtà, che so, una giovane associazione, allora ci stava pure metter in palio un tablet, ma qui la situazione è totalmente diversa, TU SEI LA CITTA’ DI TRIESTE e se bandisci un concorso devi mettere in palio il giusto compenso. Nel caso specifico siamo davanti ad un bando che doveva metter a disposizione del vincitore un compenso fra i €5.000,00 e i €10.000,00… e invece no, anzi, secondo il “caro” assessore “il lavoro si può pagare in diverse forme”. E certo, perché un creativo paga le bollette e l’affitto “in diverse forme” mica con i soldi.
Direte “c’è stata incompetenza e ignoranza” perfetto, ma allora quando l’AIAP (associazione italiana design della comunicazione) viene a dirti “Ehi, caro assessore, cara Città di Trieste, guarda che stai sbagliando, il bando così non va bene e lede i diritti del creativo e ne sminuisce il lavoro.”, allora visto che l’Associazione che riunisce i progettisti grafici italiani ti dice che qualcosa non va bene dovresti fare qualche modifica o sospendere il concorso. E invece no, tu sei testardo, vai avanti come il più longevo dei dittatori e cosa ottieni? Che noi professionisti boicottiamo il concorso senza parteciparvi e sei costretto a far vincere un povero disgraziato (inconsapevole?) che vivrà il suo unico momento di gloria come graphic designer.
Vi invito a vedere e ascoltare il video della premiazione, a dir poco esilarante.
di Paolo Carta
#studiocabori